Premio “Gino Flori” 2017

Lunedì 30 gennaio, alle 15,30, nella sala consiliare della Provincia di Terni, si è svolta la XXII edizione del Premio “Gino Flori” a cura Centro sociale “A. Volta”, dedicato alle persone che si sono distinte in opere e fatti a favore della popolazione anziana.
Gino Flori è stato il primo Presidente del Centro “A. Volta”. Egli ha dedicato la sua vita al volontariato sociale e gli associati hanno voluto ricordarlo con l’istituzione di un premio annuale, a lui dedicato.

I premiati di questa edizione 2017 sono stati:

 Donatella Porzi, presidente del consiglio regionale dell’Umbria,

Elvia Raia, dirigente del movimento dei Centri sociali anziani della Regione Campania,

Sara Scillitani, presidente del Coordinamento regionale delle Associazioni per la prevenzione e la cura del diabete,

Maria Grazia Proietti, responsabile della struttura semplice dipartimentale di Geriatria dell’ospedale “Santa Maria” di Terni,

Marcello Bizzotti, presidente del Centro anziani del Quartiere Polymer

 Alessandro Rossi, presidente dell’Associazione “I Pagliacci”.
Oltre alla consegna dei premi il presidente attuale del Centro “A. Volta”, On. Mario Andrea Bartolini, ha illustrato il programma sociale e culturale del centro ed ha distribuito ai presenti un fascicolo con la raccolta delle attività da svolgersi nell’arco del 2017.


Tra le iniziative di rilievo la convenzione del sistema sanitario pubblico con quello privato per le prestazioni sanitarie a favore degli anziani e per abbattere le liste d’attesa.



















Oltre 50 cittadini ternani, nei giorni scorsi, hanno sottoscritto e consegnato al Sindaco un atto in cui si manifesta la volontà di intitolare una Via o Piazza all’On. Alberto Provantini per le qualità e per lo spessore del personaggio, inventore di quello slogan “L’Italia ha un cuore verde, l’Umbria”, che promosse da assessore al Turismo. Fu uno dei fondatori di Umbria Jazz, una straordinaria Idea, che ancora oggi è per la Regione il festival che tutti nel mondo apprezzano e amano. Alla luce della circolare del Ministero degli Interni n.4 del 10.02.1996 (pubblicata sulla G.U. n.70 del 23.03.1996 con la quale si delega, alla deroga dei 10 anni, il Prefetto della città, per meglio valutare le intitolazioni di personaggi con rilevanza principalmente locali) si chiede di soprassedere ai dieci anni previsti, in considerazione dell’indiscutibile merito dell’On. Alberto Provantini. Primo firmatario della proposta l’On. Mario Andrea Bartolini, seguito da altre 67 firme.


GIORNATA DELLA MEMORIA 2017

“La memori va conservata come atto d’amore…”

L’iniziativa, svoltasi il 27 gennaio, presso la sala blu del Palazzo “Gazzoli di Terni, ha ricevuto l’encomio del Presidente del senato Pietro Grasso e della Presidente della Camera Laura Boldrini ed ha visto alternarsi, alle relazioni del preside Luciano Lima, (relazione di ampio respiro che ha individuato il contesto storico-filosofico delle vicende che hanno condotto alla Shoah) del dott. Fausto Manasse, (che ha narrato sugges...tivi brani autobiografici in veste di testimone di seconda generazione) e della prof.ssa Anna Rolli, (che ha fatto riferimento alla scientificità dei dati e dei lavori storici effettuati negli anni) i lavori degli studenti del “Donatelli”, articolati secondo due direttrici: lo studio-ricerca e la creatività.

Gli studenti hanno letto documenti originali (due in lingua francese) di superstiti dei lager (i documenti che durante lo studio –ricerca della tematica sono stati più incisivi); hanno presentato le fotografie scattate a Dachau durante la visita di istruzione effettuata a novembre 2016, con didascalie create da loro, per dare informazioni e comunicare dati soggettivi; hanno presentato una lirica in lingua tedesca riferita alla prigionia nei lager, analizzata e contestualizzata.

Le attività creative, invece, hanno dato luogo ad una coreografia eseguita da 4 studentesse sulle note della colonna sonora del film “Schindlers list” eseguite dal vivo dai componenti del gruppo musicale del “Donatelli” e nell’esecuzione anche di un brano della colonna sonora del film “La vita è bella”; a questi si sono aggiunti altri brani musicali eseguiti dal vivo ed usati come sottofondo alle letture dei brani. Gli studenti protagonisti sono stati delle classi quarte e quinte.

La giornata è stata introdotta dalla D.S. Luciana Leonelli del liceo “R. Donatelli” di Terni; sono intervenuti per i saluti l’assessore alla scuola, dott.ssa Tiziana De Angelis e il presidente Anppia di Terni, prof. Alberto Piccioni, Il D.S. Giocondo Talamonti, presidente UNLA di Terni.
Sono intervenuti dando il loro prezioso contributo gli onorevoli Catia Polidori e Walter Verini. l'iniziativa è stata patrocinata dalla Regione Umbria, dalla Provincia di Terni, dal Comune di Terni e dall'Ufficio scolastico regionale.

Liceo “R. Donatelli” di Terni














  Il flusso migratorio dall’Africa e dall’Asia è in preoccupante aumento, gestito da affaristi senza scrupoli, creando seri problemi di accoglienza nel nostro e in altri Paesi del meridione europeo. I Centri, nati per ricevere immigrati indeboliti dai disagi sociali patiti nella loro terra d’origine, non sono in grado di sostenere l’onere di veri e propri esodi, impossibilitati a garantire i minimi livelli di operatività con serie conseguenze per la salute degli rifugiati e assenza quasi totale per la loro dignità.
 Con ricorrente frequenza, le condizioni disumane alle quali sono esposti per sovraffollamento gli immigrati generano problemi sociali, oltre che igienici e gestionali. Tale situazione pesa maledettamente su tutta la popolazione italiana, compresi gli stranieri che vivono e lavorano da tempo in Italia e che tanto hanno sofferto per integrarsi con il paese ospitante.

I motivi alla base della fuga di massa dai due continenti sono vari: guerre, persecuzioni, cambiamenti climatici, fame, sete. Ma esistono anche fattori storici che hanno determinato l’arretramento culturale, alimentando la legittima aspirazione di interi popoli di sperare in un mondo più equo.
 Lo sfruttamento europeo di risorse locali, a cominciare dallo schiavismo ha marcato un solco profondo quanto una ferita non rimarginabile, una disparità geopolitica e sociale, niente affatto mitigata dalla concessione di indipendenza che, a partire dagli anni sessanta dello scorso secolo, gli invasori hanno ritenuto di elargire.
 Al danno economico è stato così aggiunto quello culturale. Concedere l’indipendenza a chi non possedeva le capacità di gestirla ha amplificato il disagio socio-organizzativo, fino a sfociare in lotte intestine spietate, interminabili, violente, come nel Congo squassato da una guerra trentennale con oltre cinque milioni di morti. Il motivo è il potere, il denaro, l’estrazione di minerali, come il coltan, utilizzato nella fabbricazione di telefoni cellulari e computer, ma anche oro, rame, petrolio, come in Angola, dove si è appena conclusa una sanguinosa guerra ventennale.
Quanto sopra non mira a giustificare i flussi incontrollati, semmai a riflettere sulle origini e responsabilità degli odierni esodi.

L’Europa è in grado di accogliere i disperati che abbandonano la loro terra, ma occorre una politica seria che coinvolga ogni singolo Stato, capace di inserire in un nuovo contesto una massa crescente di persone che gradatamente prendono coscienza del loro ruolo nel mondo e lottano per assicurarsi condizioni di vita degne della persona umana.
Gli arrivi ininterrotti di immigrati preoccupano gli europei più della crisi economica. Ma affrontarli respingendo materialmente e psicologicamente tutti non è la soluzione. Necessita un disegno comune e condiviso che miri a integrare coloro che meritano di essere sostenuti nella realizzazione di un’aspirazione sacrosanta, predisponendo strumenti che assicurino autonomia economica e libertà di scelta all’interno di uno dei paesi europei in cui risiedere. Le concentrazioni che dovessero verificarsi in uno degli Stati dell’Unione e che procurano criticità di accoglienza devono trovare appoggio finanziario e logistico da parte dei partner.

L’assenza di direttive comunitarie efficaci è causa di reazioni sociali altrettanto preoccupanti fra i richiedenti asilo. I numeri ci dicono che in Italia gli stranieri denunciati oscillano da un minimo del 44 per cento per scippi, a un massimo del 58 per furti in negozi. Dal 2006 al 2015 sono più che raddoppiate le rapine in casa, quelle stesse rapine che solo per metà sono opera di stranieri. La paura che milioni di italiani provano nel camminare da soli la sera per le strade cittadine non è né eccessiva, né ingiustificata. Chiunque delinque deve scontare la condanna nelle patrie galere.
 Le carceri nazionali non sono strutturate a ospitare l’attuale numero di condannati stranieri. E’ altissimo il rischio che esse diventino fucina di terroristi, delinquenti e violentatori.  Le misure da intraprendere non possono essere relative ad un singolo paese, ma impongono condivisioni all’interno dell’Unione. Spalmare i clandestini e profughi in più Comuni e l’istituzione dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), prima denominati centri di permanenza temporanea (CPT), rappresentano non una soluzione ma un rattoppo, con l’opposizione, fra l’altro, della maggior parte delle Regioni e dei Comuni. 

Cosa possono fare i paesi più progrediti per contenere il fenomeno e regolarlo?
-Limitare all’origine i processi di immigrazione attraverso un’attenta politica di sviluppo, eliminando le situazioni di miseria, di fame, di sete, monitorando conflitti interni e contrasti socio-economici a rischio di guerra.
-Cambiare le politiche europee, orientandole alla condivisione fra tutte le nazioni dell’Europa anziché lasciare che l’onere dell’accoglienza gravi sempre su poche, quelle cioè più prossime ai luoghi di partenza.
-Organizzare rimpatri rapidi e accordi precisi con gli Stati di provenienza degli indesiderati; superare i tempi di attesa dei ricorsi, ai quali si appella chi è colpito da un ordine di espulsione; far intercorrere i tempi necessari all’analisi del ricorso nel paese di origine e non in Italia. –
-Ridurre la conflittualità nelle arre più a rischio facendo ricorso a politiche di pace che vedano anche l’intervento dell’ONU e frenare ogni corsa al riarmo dei belligeranti.
-Stipulare accordi con i Paesi d’origine e aprire corridoi umanitari per i richiedenti asilo.
-Colpire gli scafisti e stroncare il traffico illegale di essere umani.
-Affidare ad organizzazioni internazionali la gestione dei Centri, evitando speculazioni di cooperative dalla dubbia moralità.
-Eliminare lo sfruttamento di migranti in agricoltura che per sopravvivere percepiscono 3€ l’ora.
-Istituire specifici Centri di istruzione per familiarizzare con la lingua, la Costituzione, le leggi, con l’obbiettivo di farne riferimenti costanti per la soluzione di problemi d’ordine sociale.

E’ sufficiente leggere la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”, per rendersi conto di quanto siano disattesi i principi sanciti: art.1 (la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata); art.2 (Ogni cittadino ha diritto alla vita); art.6 (Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza); art. 13 (Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese). La “comunicazione” dell’Unione Europea del 25 gennaio 2017, assunta per fermare gli scafisti e bloccare le partenze dalle coste nordafricane mediante finanziamenti di progetti locali, rappresenta un palliativo che non risolve il problema.
Persistono per intero le difficoltà della situazione alla fonte, lasciando irrisolte le vere cause che le producono. L’utopia di trasferirsi in un mondo migliore è, fra l’altro, alimentata da un’illusoria e ingannevole propaganda dei prodotti di consumo amplificata dalla stampa e TV europea.
Gli investimenti vanno fatti nella terra di origine, facendo leva sul desiderio di ciascuno di restare ancorato al suolo natio.
Si ha l’impressione che il provvedimento europeo sia come un cerotto messo su una coscia con la pretesa di saldare la frattura del femore, fra l’altro decantato come tecnica di un fantomatico luminare ortopedico.


Nella situazione particolare di Terni e dell’Umbria è necessario:

1)               Monitorare costantemente la gravità e pericolosità della situazione immigrati sul territorio.

2)               Dare più incisività e progettualità alle politiche per l’integrazione della Regione e dei Comuni.

3)               Procedere all’attuazione del Protocollo d’intesa tra l’ANCI regionale e le Associazioni degli immigrati.

4)               Garantire un maggiore e più qualificato sostegno alle Consulte comunali per l’integrazione ed alle associazioni che in Umbria si occupano del problema.

5)               Coinvolgere le scuole perché gli studenti siano sensibilizzati sul fenomeno ed in generale sul processo dell’integrazione.

6)               Integrare gli stranieri meritevoli attraverso lavori socialmente utili o in progetti di manutenzione urbana.

7)               Prevedere l’istituzione di sistematici convegni sul tema con la partecipazione di tutte le forze vive della città per l’elaborazione di un piano strategico e l’analisi del fenomeno.


Terni, 25 gennaio 2017


Il Segretario
Giocondo Talamonti

Il Presidente
Mario Andrea Bartolini






Vandalismo, serve educare i giovani

Episodi di vandalismo si registrano di frequente in città, alla faccia del decoro urbano e della migliore qualità della vita.

 A pagare, fintanto che non entreranno in funzione le telecamere, occhi elettronici, sarà sempre la collettività penalizzata dalla presenza dei vandali che senza esitazione sono pronti a imbrattare con vernice spray tutto quello che trovano e a rompere o rimuovere pali portanti cartelli informativi, a deturpare strutture monumentali metalliche…Per risolvere il problema nell’immediato occorre la repressione, in prospettiva è importante la prevenzione per evitare il fenomeno del vandalismo, attraverso la promozione di iniziative formative-educative.





Germinal Cimarelli - 20 GENNAIO 2017

Germinal Cimarelli, medaglia d’oro, cadde il 20 gennaio 1944 combattendo sui monti di Torremaggiore di Cesi i nazisti per salvare suoi compagni.

 L’eroico Comandante Partigiano ternano, Germinal Cimarelli, nel 1938 era stato condannato al confino, prima alle Tremiti e poi a Ventotene. Liberato con la caduta del fascismo, fu tra i primi organizzatori della Resistenza in Umbria.

 I tedeschi occupanti, messi in difficoltà dalla combattività degli uomini di Cimarelli, il 20 gennaio 1944 attaccarono di sorpresa e in forze, sul Monte Torremaggiore, i partigiani. L’operaio antifascista cadde per consentire ai suoi compagni di sganciarsi e mettersi in salvo, per questo gli fu conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Presenti alla cerimonia a Torremaggiore il Sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, consiglieri comunali, il Sindaco di Sangemini, rappresentante della prefettura di Terni, i rappresentanti dell’Anpi, organizzatori della cerimonia, le associazioni combattentistiche, rappresentanti militari russi (diversi russi parteciparono insieme ai partigiani alla lotta per la libertà), rappresentanti dell’Anppia.

 La Costituzione è stata scritta con il sacrificio di tanti e tanti italiani…ricordarli è utile perché dalla conoscenza, dal ricordo, dalla memoria sempre viva si costruisce il futuro. 













Quali politiche per l’occupazione dei giovani?

Negli anni li hanno definiti bamboccioni, sfigati, "neet", fannulloni, "choosy", schizzinosi e per ultimo il Ministro Poletti ai giovani che emigrano all’estero per lavoro ha detto "conosco gente che non è bene avere fra i piedi" (il ministro si è subito scusato per tale affermazione…).

Ma il problema vero è quale piano e quali politiche sono in agenda per l’occupazione: Zero diritti sul lavoro, sfruttamento, precarietà, disoccupazione o altro?



Chiara Pettorossi del Liceo Scientifico Gandhi di Narni, attualmente frequenta il Politecnico di Milano, ha superato l’Esame di Stato nell’anno scolastico 2015/16 con il voto di 100 e lode e ha ottenuto, negli ultimi tre anni di liceo, un punteggio medio superiore a nove. Congratulazioni sono state espresse, alla ragazza, dai dirigenti dell’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria, promotori della borsa di studio “Giulio Viscione”, per l’eccellenza dei risultati scolastici fin qui raggiunti. Presenti per l’Associazione Adolfo Puxeddu, Giocondo Talamonti e Giancarlo Giovannetti che hanno illustrato la figura di Giulio Viscione come uomo e come Dirigente Scolastico, mentre il Prof. Domenico Cialfi ha delineato la figura dell’artista, pittore e scultore. La Prof.ssa Piera Piantoni, assessore alla Scuola, e il Sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, hanno rivolto apprezzamenti alla ragazza e alla scuola.

La cerimonia di consegna si è svolta nella sala consiliare del Comune di Narni, un luogo che è stato un ulteriore omaggio all’impegno, alla serietà, al sacrificio della ragazza Chiara Pettorossi. La consegna è stata effettuata dal Prof. Puxeddu Adolfo, dal Sindaco, Francesco De Rebotti e dalla Dirigente Scolastica del Gandhi, Anna Maria Amici.