La situazione di Terni e dell’Umbria presenta in questo momento una quantità di problemi che richiedono di essere approfonditi e risolti con urgenza.

Si tratta di difficoltà economiche e sociali che indicano chiaramente che la crisi è tutt’altro che superata. La città di Terni è priva oggi di una identità e di un progetto partecipato e condiviso, soprattutto imputabile ad una classe dirigente non all’altezza della situazione.

Tra la gente sono sempre più diffusi il disagio, il malcontento e, ciò che più preoccupa,  la crescente rassegnazione e sfiducia verso la concreta possibilità che i problemi attuali  possano essere affrontati e risolti.

Occorre una svolta, che si può realizzare solo se, insieme, si riesce a creare la condizione per una mobilitazione generale dell’intera popolazione ternana e di tutte le rappresentanze della stessa.

L’Associazione Politico-Culturale “E. Berlinguer” il cui scopo principale è quello di contribuire al confronto politico sulla situazione della nostra città e dell’intera Regione Umbria, ha elaborato un proprio documento contenente valutazioni e proposte sulla situazione sopra descritta.

Con la speranza che la S.V. voglia prestare attenzione al contributo allegato, Le proponiamo di cooperare nel favorire il risorgere di quella capacità necessaria a rendere possibile una politica di ripresa e sviluppo.

Cordiali saluti.

      Il Segretario                                                             Il Presidente

      Ing. Giocondo Talamonti                               On. Mario Andrea Bartolini







DOCUMENTO POLITICO
 
Il documento vuole rendere più chiare ed evidenti le cosiddette “priorità” e i problemi concreti ed urgenti presenti nella realtà ternana in questo momento, cercando di utilizzare il metodo della prevenzione, anziché sanare a posteriori le carenze che vengono riscontrate.
La situazione di Terni e dell’Umbria, aldilà dell’ottimismo fuori luogo e infondato, mostra segni di peggioramento che destano una seria preoccupazione fra gli analisti e, quindi, tra la gente. 
Ciò dimostra che le Istituzioni, le forze politiche, il Sindacato, l’associazionismo, il mondo della Scuola, dell'Università e della Cultura non stanno facendo quanto sarebbe necessario. La situazione socio-economica della città è critica sotto ogni aspetto e coinvolge tutti.
Lo statu quo è fortemente aggravato dalle pastoie politiche prodotte dalle beghe interne al Partito Democratico, che si proiettano immancabilmente nel quadro di governo di Terni e dell’Umbria.
Diventa indispensabile progettare una svolta che veda l’impegno di tutti, nessuno escluso. Bisogna creare a Terni e in Umbria un clima unitario e propositivo quale si creò, con splendidi risultati, al momento del regionalismo e del Piano Regionale di Sviluppo Economico dell’Umbria.
Le questioni da porre al centro della parte propositiva sono le seguenti:
  1. Individuare una nuova identità ed un progetto per il futuro;
  2. Disporre di un Piano Industriale idoneo a incentivare l’occupazione;
  3. Avanzare proposte precise per la salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza.
 
A quanto sopra deve affiancarsi un fattivo progetto culturale che parta dalle scuole e investa, più genericamente, l’istruzione e la formazione con le relative connessioni (Innovazione, Tecnologia, Sviluppo), fino a toccare la questione del mantenimento e sviluppo delle Facoltà Universitarie e delle relazioni tra Scuola, Università e mondo del lavoro.
Non ultima cura deve essere riservata alla concretezza delle politiche sociali, soprattutto quelle che riguardano specifiche categorie: anziani, disabili, immigrati e povertà in generale.
Si ritiene necessario definire questa programmazione e queste iniziative con decisioni partecipate e condivise fra tutti i cittadini, ma è basilare intervenire, incidere, veicolare, condizionare le scelte sia provenienti dal pubblico che dal privato. 
Premesso che lo stato in cui versa la città, reduce da problemi occupazionali legati alla maggiore industria cittadina (solo parzialmente risolti), ancora febbricitante per gli effetti della grave crisi economica, scossa da urgenze che si rinnovano senza soluzione di continuità, impone ritmi difficilmente sostenibili da una realtà politica sfiancata da mille traversie, C’è la convinzione che la reazione più immediata debba orientarsi verso il lavoro, l'occupazione giovanile, la giustizia sociale, in sintonia con la nostra Costituzione. Il recente cambio del management aziendale della TK-AST anziché rassicurare il futuro, desta preoccupazione perché non sono chiari le reali intenzioni della multinazionale tedesca sul sito ternano e sul suo assetto societario produttivo ed occupazionale. Anche l'incontro al MISE per la verifica dell'ultimo accordo, non ha sciolto i dubbi, viste le dichiarazioni di segno diverso tra Comune e Regione da una parte, il parlamentare ternano dall'altra e tra le stesse OOSS. La posta in gioco e' troppo importante per Terni e l'Umbria e richiede intelligenza, unità e determinazione. E' indispensabile conoscere il vero piano industriale e gli investimenti previsti per verificarne in concreto gli impegni sulla valorizzazione del sito di Terni.
Il lavoro, architrave della Costituzione, deve essere centrale perché è quello che dà dignità alla persona e rappresenta la sfida più significativa che deve affrontare la politica per essere strumento utile per i lavoratori. La crescita della disoccupazione, in particolare per i giovani, la perdita del valore sociale del lavoro, la cancellazione dei diritti che garantivano dignità e l’aumento della povertà richiedono un cambio di passo immediato, concreto, efficace. I dati diffusi dall’ISTAT e relativi al mese di febbraio 2016 sono tutt’altro che positivi. Ciò indica che gli incentivi regalati alle imprese non hanno prodotto i risultati attesi. Il tasso di disoccupazione è pari a un 11,7% (con una crescita mensile dello 0,1%).  Solo cercando bene, si può riscontrare qualche miglioramento dei dati: il tasso della disoccupazione giovanile è leggermente calato dello 0,2%, ma rimane sempre il più alto tra i paesi europei 39,1%. Per contro, sul fronte della sicurezza, al 31 marzo 2016, i lavoratori morti sui luoghi di lavoro sono 135 (+9,8% rispetto a fine marzo 2015 quando erano 120). 
Anche l'utilizzo del buono del lavoro o voucher, nato per regolarizzare il sommerso, ma che si è diffuso nell’edilizia, nell’agricoltura, nella ristorazione e nel commercio, va seriamente controllato perché non serva a coprire abusi di orario di lavoro e un utilizzo improprio della prestazione d’opera.
Le cifre sull'occupazione smentiscono l’ottimismo del governo e dimostrano come il “jobs act” non serva a produrre lavoro, ma a mettere in difficoltà chi già lavora. La crescita tanto reclamizzata dovuta unicamente alle regalie fatte all’imprenditoria non ha consentito di raggiungere risultati sensibili sul lavoro se non quello di permetterle l’accrescimento dei propri profitti e l’abbattimento dei costi di esercizio. 
Servono un Piano Industriale e politiche del lavoro che diano alle imprese le opportunità di svolgere la loro attività con il giusto profitto, ma in grado di creare sviluppo, crescita dell’occupazione e soprattutto incidere sui processi industriali sotto il profilo della qualità. E’, inoltre, importante che le aziende impieghino parte del fatturato per fare investimenti, innovazione, export, perché  l'internazionalizzazione  dell'attività consente, più facilmente, di aggredire nicchie di mercato e individuare zone per la commercializzazione più vantaggiose.
Quanto all’inserimento nel mondo del lavoro va affrontato lo stringente "problema occupazionale dei giovani”, che oltre ad essere legato allo sviluppo economico e sociale del territorio, va sviluppato nell’imprenditorialità con una crescita e sostegno alle start –up (piccole imprese di qualità).  La crisi ha colpito duramente anche il Commercio. A Terni i locali di Via Garibaldi, una delle vie storiche dello shopping ternano stanno gradualmente chiudendo. Un declino che si sta allargando a macchia d’olio e che investe anche i settori dell’edilizia e del manifatturiero. Iniziato da qualche anno, oggi sembra avere raggiunto la sua punta massima. E' il caso di prendere in seria considerazione il problema per arrestarne il fenomeno.
In tale ottica, il ridimensionamento delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura, realtà della Pubblica amministrazione, va visto come un aggravamento della situazione. C’è il pericolo che prevalga la logica dei tagli con la soppressione di alcune sedi, anziché quella della riorganizzazione dell’efficienza del sistema camerale. Quali conseguenze per Terni in termini organizzativi e localizzativi?
L'Europa con i fondi strutturali e di investimento ci offre un'opportunità che deve vedere la nostra Regione, e con essa la nostra città, protagonista con progetti, programmi e piani di lavoro da sviluppare in sinergia. Non facciamoci sfuggire ciò che l'Europa ci offre. Nel Turismo si può attivare, con politiche incentrate su azioni concrete e con una progettazione all’interno di Agenda Urbana, un utilizzo mirato dei fondi europei previsti nella programmazione 2014-2020. Un’adeguata promozione turistica, fatta di manifestazioni culturali e sportive, e di valorizzazione degli scavi di Carsulae, lago di Piediluco, Cascata delle Marmore, la città di San Valentino etc. è necessaria allo sviluppo del territorio. A volte la mancanza di esperti e di idee progettuali impedisce di utilizzare tali fondi. Su questo settore bisogna muoversi con la dovuta attenzione. 
Un buon programma energetico deve accompagnare quello proposto per le infrastrutture e per l'Università.
I problemi ambientali ad esso connessi (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.) investono la cultura del risparmio energetico, e un urgente cambio dello stile di vita e di modello di sviluppo. 
Per limitare l'inquinamento atmosferico occorrono azioni strutturali, culturali e di ricerca sulle energie rinnovabili.
Le fonti inquinanti della nostra città sono molteplici: traffico, riscaldamento, industrie, inceneritori... I procedimenti finora adottati, blocco del traffico, targhe alterne, o ridurre il riscaldamento domestico di qualche grado non è sufficiente. E’ impellente che la cittadinanza ternana acquisisca un atteggiamento di maggiore consapevolezza nei confronti del problema, così come è necessario che tutte le forze politiche e istituzionali si attivino per promuovere nei settori di competenza l’opportuna opera di sensibilizzazione. 
In questo contesto il mantenimento e il potenziamento dei laboratori ARPA, nella città di Terni, è essenziale per la comprensione dei fenomeni di inquinamento e la tutela della salute pubblica.
Il Progetto per il futuro, oltre a prevedere uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, non può non tener conto di questioni collaterali: 
-Il recupero dello scarso patrimonio culturale e immobiliare cittadino, finora ferocemente compromesso dalla penuria di mezzi finanziari e posposto a inesauribili impellenze sociali. 
Un preoccupato pensiero va al Teatro Verdi, uno dei “simboli” più importanti della cultura ternana, protagonista e testimone della storia della città, riferimento di infinite pagine della crescita di Terni, oggi inutilizzato e inutilizzabile per i noti impedimenti all’agibilità della struttura. Abbandonarlo all’incuria è un lusso che la città non può permettersi; rinunciare agli apporti culturali che un teatro comporta per la vita dei ternani, impoverirebbe ancora di più le aspirazioni locali ad alternare agli impegni quotidiani, almeno una minima ricreazione dello spirito. 
E’ anche in questa direzione che il bilancio comunale deve guardare. Non è sempre una questione di soldi: tenere operativa una struttura può essere motivo di stimolo e di speranza per le attese dei cittadini che non possono e non devono nutrirsi di solo lavoro. Sul piano pratico, è innegabile che affrontare la ristrutturazione costa molto, ma se continuiamo a dircelo senza mai iniziare, si condanna il locale alla chiusura definitiva. E’ ipotizzabile un iter di recupero graduale, iniziando dalla messa in sicurezza, dall’abbattimento delle barriere architettoniche, dal rifacimento della parte scenica, facendo ricorso a fondi pubblici (Beni culturali, Regione, Comune) e privati (Fondazione Carit e altri). 
-In tema di recupero del patrimonio immobiliare e museale reclamano interventi: il Palazzo Primavera, gli studi di Papigno, la Fontana di Piazza Tacito, i Parchi, le strade e i monumenti, il patrimonio culturale e storico della città (il riferimento è  al materiale storico  della “Bosco”, stipato nei locali dell’Itis,  all’archivio privato "Alterocca", le testimonianze dell’archeologia industriale e il progetto dell'ICSIM “Museo Territoriale”), l’ex palazzo sanità, la Caserma della Polizia, l’edificio della banca d'Italia, il Tulipano, il recupero area dell'ex Gruber (luogo che appartiene alla storia identitaria industriale della città) etc.
-Sempre nell’ottica della riattivazione di strutture avviate ad un mesto abbandono, non va trascurato il futuro degli studi di Papigno. Al riguardo, ci si sta muovendo, con passi di lumaca, per riottenere il bene da Cinecittà ed utilizzare gli immobili per attività diverse: sport ambientale, imprese creative e cinema, archeologia industriale. 
-Da un punto di vista culturale e con l’idea di arricchire il territorio di richiami turistici, non si può trascurare Il Telamone, una delle testimonianze archeologiche più significative della nostra città (al momento parcheggiata a Perugia). Si è in attesa che la Soprintendenza sciolga le riserve che impediscono la restituzione a Terni. Stesso discorso va fatto per il Museo delle Armi che dovrebbe essere ormai da tempo attivato presso la locale Fabbrica. 
-Analoga attenzione reclama la Fontana di Piazza Tacito, in paziente, esasperante attesa di completamento. Meno impegnativo finanziariamente è l’obbiettivo di restituire decoro e dignità ai parchi cittadini, come Parco "Le Grazie", Parco di Via Rosselli, Parco Cardeto e, infine, il Parco, non ancora inaugurato, dietro la scuola media Matteotti e già in stato di degrado. Altrettanta cura richiede la manutenzione di   strade e monumenti (persino la tomba dei garibaldini, al cimitero di Terni è in totale abbandono. La qual cosa ha generato turbamento e indignazione fra i cittadini ternani che nella memoria conservano la coscienza collettiva della storia). 
- L'Istituto Superiore di Studi Musicali Briccialdi.  Ha un radicamento popolare che per professionalità e qualità dei corsi ne fa uno dei più prestigiosi d’Italia. E’ vero che il Comune non è più in grado di sostenere da solo questa istituzione culturale, ma la soluzione va trovata nell’intervento condiviso di Regione e Fondazioni, con un ruolo incisivo da parte del Comune di Terni.
Partecipate
Bisogna fare in modo che le attività, dove proprietario o comproprietario è il Comune, producano utili. Il riferimento è alle Farmacie (AFM), all’ASM a Terni Reti, etc. Dalle partecipate devono venire risorse da impiegare nel sociale, nella manutenzione conservazione dei beni culturali della città.
Università
Occorre mirare alla definizione di un progetto sul rapporto tra presenza universitaria e politiche di sviluppo produttivo e occupazionale. Gli indirizzi universitari nella nostra città devono essere legati allo sviluppo economico e per questo il sistema di relazioni fra l'università ternana e il mondo delle imprese deve essere sempre più potenziato. La qualità del servizio è prioritaria sul tipo di governance universitaria territoriale. 
Considerato che certe iniziative di ricerca orientate ai settori delle biotecnologie, delle cellule staminali, della lotta alla malaria non si sono concretizzate, quali sono le condizioni perché un polo universitario possa sussistere a Terni?
Si è dell'opinione che le Università possono sorgere solo se sono specializzate e se si crea un idoneo ambiente universitario, tale da rendere attrattiva la sede universitaria con docenze riconosciute e corsi adeguati alle tecnologie emergenti.  
La ricerca è fondamentale per lo sviluppo tecnologico e terreno fertile per produrre opportunità (Centri di Ricerca nelle aziende –multinazionali- ; costituzione di cluster, in ambito industriale).
La formazione nel polo di Terni è impostata su indirizzi classici. Occorre spostarne l'asse su:
  1. Industria manifatturiera in evoluzione (IV rivoluzione Industriale);
  2. Chimica verde ed economia del riciclo;
Più le istituzioni saranno vicine ai giovani con l'affrontare i problemi di logistica, dei trasporti, dei servizi etc. più si potrà contare su Terni come città universitaria.
Per accompagnare questi processi innovativi è fondamentale ricostruire un rapporto di reciproca fiducia con le banche.
Il problema più immediato è il reperimento dei finanziamenti destinati ai Ricercatori per il biennio 2016-2017, fino al recente passato sostenuti dal Consorzio, ormai superato dall’uscita della Camera di Commercio, dell’Associazione degli Industriali e della Fondazione Carit. 
La mancanza di tali fondi mette a rischio la sussistenza di tutti i corsi di laurea presenti nel territorio: Ingegneria, Economia e Scienze dell'Investigazione di Narni. 
Non può sfuggire la complessità della situazione che si può così sintetizzare: 
  • Per il mantenimento dei corsi universitari (biennio 2016/2017), è urgente reperire almeno 500mila€. Dove e come reperirli? Ed ancora: quanto tempo occorre per farlo? Neanche il tempo ci viene in soccorso; è proprio in questo periodo che vanno presentati al Ministero i corsi da portare avanti;
  • La ventilata aggregazione delle due aziende ospedaliere può mettere in discussione anche i corsi di medicina e chirurgia e il futuro degli studenti iscritti a Terni che si vedrebbero costretti a trasferirsi a Perugia;
  • La nuova riorganizzazione territoriale in "macroregioni" mette in forse il mantenimento del Polo universitario ternano.
Sanità
Neppure la sanità ternana è esente da criticità superabili con una migliore organizzazione e ristrutturazione organizzativa. Ci sono aspetti non tollerabili, quando è la salute in gioco. Da ciò deriva un concreto impegno all’ eliminazione del gravissimo fenomeno delle “liste di attesa” e dei “posti letto” collocati nei corridoi, dei “ritardi nei referti” di alcune analisi, fatte eseguire fuori sede, di "assistenza a pagamento in ospedale", di malati "appoggiati" in altri reparti disponibili, di “pronto soccorso”, vissuto da tutti, operatori e assistiti, come una vera e propria trincea. Questi i punti più salienti.
C'è poi la "medicina territoriale" che deve tradursi in un potenziamento di strutture socio sanitarie (non solo come risorse umane ma anche come tecnologia), tali da ridurre la richiesta di prestazioni in Ospedale. Le problematiche di salute della popolazione anziana e di soggetti più deboli in aumento, richiedono una adeguata e funzionante organizzazione che pone al centro l’etica dei bisogni. 
Di fronte a tale situazioni si assiste all’avanzata del privato e all’arretramento del servizio pubblico; ne sono un esempio lo sbocciare di strutture private il cui ticket per le prestazioni è circa uguale a quello pubblico. E' questa la strada che si vuole imboccare? 
Politiche sociali
La crisi economica, la disoccupazione, la precarizzazione delle situazioni di lavoro e la contrazione dei consumi, hanno esposto, di fatto, sempre più individui ad una condizione di vulnerabilità e povertà. 
Le “nuove povertà” sono generate, fra l’altro, da un senso di insicurezza ed instabilità, in cui si ritrova il soggetto tanto a livello lavorativo quanto nelle relazioni sociali. Occorre perciò mettere in atto vere e proprie strategie e azioni per contenere gli sfratti, incoraggiare la coesione sociale, accrescere l’assistenza e la giustizia sociale.
Coinvolgere i Centri sociali nei progetti Regionali che utilizzano i fondi europei in materia di:
  • Integrazione degli immigrati;
  • Ruolo della Consulta comunale per l’integrazione sui problemi di sicurezza;
  • Tutela del ruolo degli anziani nella società;
  • Educazione permanente
Sicurezza sociale
Difesa della “vivibilità” e della moralità della nostra città, contro la diffusione della droga, della violenza e del malcostume di ogni genere. Sviluppo dei sistemi di videosorveglianza per la sicurezza con sgravi fiscali da parte di quei cittadini che con impianti privati intendono mettersi in rete, a monitoraggio del territorio con il sistema istituzionale. 
Monitoraggio sulle assunzioni dei disabili
La maturità di ogni comunità che si dichiari evoluta si misura sul grado di dignità assicurata a tutti senza riserva alcuna. E’ opportuno istituire, in tale ottica, una commissione per il monitoraggio dei disabili assunti da parte degli enti pubblici e privati, verificando anche il tipo di attività.
Macroregioni
Nel clima di cambiamento che coinvolge un po’ tutti e dove sembra prevalere l’opinione che la soluzione sia scontata e già predisposta, si corre il rischio di una passività irresponsabile e di una sostanziale incapacità di elaborare valutazioni e proposte su di un argomento molto importante per il futuro della nostra Regione.
La difesa dell’Umbria e della sua storia può costituire un laboratorio di interesse nazionale. Difendere e mantenere la propria identità non significa escludere la possibilità di promuovere e realizzare rapporti di collaborazione con tutte le altre Regioni dell’Italia Centrale, anzi potrebbe evitare i pericoli di un’annessione pura e semplice.
 E’ opportuno che il dibattito sulla possibile soluzione sia aperto a tutti: Regione, Comuni, forze politiche e sociali, mondo della scuola, dell’Università e della cultura, rete dell’Associazionismo e del Volontariato.
Ognuno esca dall’attuale sostanziale indifferenza e si impegni in un grande sforzo di ricerca e di confronto con proposte da sottoporre all’attenzione di coloro che saranno chiamati a decidere.
Si propone per questo l’attivazione di un gruppo di studio sulla trasformazione dei territori dell’Italia centrale in “macroregioni” e un Convegno finalizzato alla elaborazione di un vero e proprio “progetto”.
Ruolo dei quartieri
Lo spirito è quello di accendere i riflettori sulle esigenze provenienti dalle varie zone della città e raccogliere le istanze provenienti dal basso. 
Ascoltare, capire e conoscere i problemi reali della gente del Quartiere, una volta compito dei comitati, delle sezioni di partito e successivamente delle Circoscrizioni, negli anni è profondamente cambiato. 
Occorre trovare il modo di operare perché ostacoli, freni, ritardi, inconvenienti che creano problemi siano affrontati e possibilmente risolti.
Lo Sport
Sostenere lo sport per tutti e a misura di ciascuno, attraverso iniziative amatoriali in grado di richiamare gente che hanno a cuore la cura della propria salute e del benessere e che danno una spinta notevole all’economia.
Le infrastrutture
- Il completamento della Terni-Civitavecchia, arteria irrinunciabile per il collegamento al mare delle province di Terni, Viterbo, Rieti e dell’Interporto di Orte, è ancora oggi una priorità strategica. Il Patto di territorio, siglato il 4 agosto 2005 presso la presidenza del Consiglio dei ministri, prevedeva la qualificazione e l’ampliamento del sistema infrastrutturale e logistico per il trasporto e la distribuzione delle merci, utilizzando il porto di Civitavecchia.
- l’Interporto Centro Italia, con sede ad Orte, fu valutato dalla Regione infrastruttura di avanguardia tecnologica, posta strategicamente in un importante nodo ferroviario e autostradale facilmente collegabile al porto di Civitavecchia. 
Quasi completato, non si parla più di decollo. Pare evidente che se qualcuno s’è ravveduto ora, qualcun altro si sia sbagliato prima.
-metropolitana Terni - Cesi. Oggi è quasi finita ed è in completo abbandono.
Il tema della pace
Uno dei temi su cui dobbiamo tornare ad interrogarci con serietà è quello della pace e del destino dell’Italia. L'Italia è in missione di pacificazione in terre ove ci si scontra per ragioni diverse, ma principalmente per interessi economici che prevalgono su tutto. Nonostante gli intenti, i fronti di conflitto sembrano allargarsi e si intravedono spiragli e venti di guerra più estesi, aggravati peraltro da atti di terrorismo internazionale. Il concetto di cooperazione fra i popoli, i temi della pace, della libertà e della democrazia devono tornare ad interessare l'agenda politica  avvalendosi di tutti quei soggetti  che in qualche modo possono influenzare l’intera popolazione: la scuola, le parti sociali, il sindacato e le associazioni tutte. L'Istituzione deve essere il punto di riferimento, per tornare a riflettere, sui già vissuti periodi della storia e per ricordare che la nostra libertà e democrazia sono frutto del sacrificio di tanti.
Per costruire un mondo di pace, di eguaglianza, di giustizia sociale e per riaffermare i diritti umani e la convivenza civile, non serve alzare muri che potrebbero mettere in pericolo l'idea stessa di Europa.