Combattere il doping si deve…



E’ recente la notizia secondo cui gli atleti dilettanti del ciclismo, body building, pugilato, si dopano tre volte di più rispetto ai professionisti.
Qualcuno ha messo in relazione i dati con la maggiore possibilità di cui dispongono i professionisti per nascondere le contraffazioni. Resta il fatto che la diffusione del pericoloso ricorso al doping si sta allargando anche nelle categorie degli amatori.


Ciò significa che il messaggio che passa a livello di informazione pubblica, non è tanto quello secondo cui si mina alla base la salute dell’atleta, ma che rappresenta una semplice scorciatoia per arrivare prima dell’avversario alla meta. Pochi si spaventano di fronte ad esempi sconvolgenti di ex-atleti colpiti da SLA o altre malattie neurologiche, ciò significa che l’informazione che giunge agli sportivi è falsata e che si è sempre pronti a giustificare chi ha fatto ricorso a pratiche illecite solo perché è un “eroe” dello sport, o perché con il suo comportamento è riuscito a far ottenere alla sua squadra i risultati che i fan si attendevano.

Al momento, la rincorsa fra chi si dopa e le strutture adibite a rivelare la presenza di sostanze proibite nei liquidi organici, è senza fine. Si ha quasi il sospetto che si voglia chiudere un occhio su certe forme di “aiuto”, sia per garantire la spettacolarità della competizione, sia per accontentare le esigenze d’immagine degli sponsor.

Ma il doping non si ferma solo all’assunzione di sostanze vietate; dilaga quello amministrativo (in particolare quello che sta sconvolgendo il calcio inglese), quello verbale che si è riversato nel campionato italiano, grazie ad allenatori stranieri, alle manifestazioni di insofferenza negli stadi, spesso frettolosamente tacciati di razzismo…

Si potrebbe concludere che ogni settore, così come lo sport raggiunge uno stato di maturità oltre il quale si attiva un processo degenerativo che deve preludere ad un nuovo impegno di ristrutturazione e riorganizzazione. Molto probabilmente, i tempi sono maturi e lottare contro questa condizione si può. Il compito più gravoso, ma anche più immediato spetta alla scuola; all’impegno dei docenti sollecitato dai Dirigenti Scolastici, al contributo delle famiglie e all’insegnamento di atteggiamenti positivi nei confronti delle manifestazioni sportive.

Si deve recuperare il piacere di misurarsi su un piano di assoluto rispetto per l’avversario, evitando che la presenza o l’entità degli sponsor condizioni il comportamento degli atleti.
Ing. Giocondo Talamonti


790mila infortuni e 1050 morti sul lavoro nel 2009, sono i dati ufficiali forniti dall’INAIL, essi evidenziano un leggero contenimento del fenomeno rispetto al 2008 in calo rispettivamente del 9,7% e del 6,3% . C’è da rilevare come il calo degli infortuni sia da correlare in parte anche agli effetti della grave crisi che ha colpito il Paese nel 2009, con pesanti riflessi sul piano produttivo e occupazionale (complessivamente si stima intorno al 3%).


Il calo infortunistico registrato per il 2009 dall’Inail è, secondo il gruppo RC/CI, troppo esiguo per dormire sonni tranquilli. Ogni statistica comporta l’interpretazione della rilevazione e, nel nostro caso, la preoccupazione è lecita per un duplice motivo: innanzitutto, il trend non si orienta significativamente al ribasso; in secondo luogo fa sorgere seri interrogativi circa l’aumento occupazionale degli extracomunitari e il numero dei casi rilevati. La considerazione porta a pensare che esista una connessione fra lavoro nero e denuncia di infortuni di ridotta entità.

Si teme che esista una tendenza a non ricorrere alle strutture territoriali per interventi di pronto soccorso, evitando così di dichiarare il luogo e le circostanze in cui le lesioni si sono verificate con l’illusorio e pericoloso vantaggio del datore di lavoro di ridurre i coefficienti d’incidenza e risparmiare sulla copertura assicurativa dei dipendenti. La sensazione che gli “infortuni bianchi” siano in crescita è largamente avvertito. Ricondurli nell’ambito dell’accertamento statistico non è solo un obbligo della struttura di vigilanza, ma condizione indispensabile al monitoraggio degli eventi perché consenta di adottare le opportune misure di riduzione dei rischi, con benefici per l’intera categoria dei lavoratori.


L’Amministrazione comunale più volte è intervenuta sulla materia con Atti di Indirizzo impegnando il Sindaco e la Giunta a concordare con i soggetti interessati le misure opportune per contenere il fenomeno. Nello specifico, a coordinare e rafforzare gli interventi di prevenzione, controllo e repressione con ASL, INAIL, INPS, Vigili del Fuoco, Prefettura e Ispettorato del Lavoro; a stabilire regole di appalto non più ispirate al metodo del massimo ribasso, ma all’offerta economicamente più vantaggiosa dopo accertamento del rispetto dei requisiti di sicurezza; a coinvolgere le scuole in una campagna sulla prevenzione sui rischi negli ambienti di lavoro, in sinergia con Università, Aziende, Parti sociali e Associazioni di categoria.


Contro gli infortuni e le morti sul lavoro, dunque, serve un’azione capace di mettere in campo una forte e incisiva politica di contrasto e di controllo preventivo: servono più ispettori, maggiori finanziamenti, intervenendo radicalmente sulla precarietà e sui contratti atipici, tutelando i diritti e la sicurezza del lavoratore, facendo emergere le sacche di lavoro nero e intensificando energicamente la lotta al lavoro minorile. Puntare sulla cultura e sulla formazione coinvolgendo la scuola. Convinciamoci che il percorso va intrapreso e riflettiamo sui dati (fonte articolo 21): dall'inizio dell'anno ad oggi, per lavoro, ci sono stati: 670 morti, 670.326 infortuni 16.758 invalidi.


Il Capogruppo RC/CI

Ing. Giocondo Talamonti



Il titolo non è casuale. La ‘scossa’ si adatta a una città che vive d’elettricità, che s’è creata la sua energia e che da essa ha fatto nascere una serie infinita di attività economiche.

Le acque dei canali che in tempi andati attraversavano la conca ternana hanno suggerito ai nostri antenati uno sfruttamento che ha portato a insediamenti prima artigianali, quindi industriali, fino a perfezionare progetti di produzione energetica che ancora stanno alla base della nostra economia.

Ma una ‘scossa’ ha anche valore di sollecitazione, esortazione a fare, lavorare, costruire, produrre.
Ai ternani non è mancato mai lo stimolo a creare, per passione o per necessità, grazie anche alla visione sociale su cui la comunità nostrana ha impostato l’organizzazione del lavoro.
La concezione socialista, nel senso più ampio del suo significato, ha dominato lo sviluppo cittadino, incidendo nelle scelte politiche e indirizzando la mentalità degli abitanti verso la solidarietà e la partecipazione attiva alle vicende della città.

Una ‘scossa’ può significare sferzata, invito a non cullarsi sui risultati raggiunti e a non dimenticare che gli obiettivi che si perseguono non possono essere solo personali, ma devono guardare agli interessi della collettività, perché solo una società attenta al benessere comune può giovarsi di valori da condividere.

Scopo di questo foglio è di mantenere desta l’attenzione verso i problemi cittadini, seguire il corso degli eventi che lasciano, per loro merito o per loro colpa, segni tangibili nel tessuto locale, proporre e suggerire, senza pretendere di dispensare verità assolute, aprendoci, al contrario, all’ascolto dell’opinione di chiunque intenda dare il personale contributo alla crescita culturale del territorio.

In tale ottica, la terza pagina di questo foglio sarà sempre a disposizione dei lettori, che invitiamo a far sentire le loro voci e farsi portatori d’idee utili alla crescita comune.

Noi ci impegniamo a dare gambe ai suggerimenti che ci arrivano, ci impegniamo a trasferire nei contesti politici opportuni la validità di eventuali intuizioni e ad accogliere, nella stessa misura, le note di protesta e di denuncia che non abbiano connotazione individualistica, ma si orientino all’interesse collettivo.

“La Scossa” vuole, dunque, essere uno strumento di comunicazione diretta fra i cittadini in genere, far i simpatizzanti, gli iscritti e i politici di sinistra, senza eccessi, né proclami eclatanti, lontano da qualsiasi volontà d’indottrinamento, senza presunzione o arroganza, così come compete ad una comunità democratica compiuta.


Nei prossimi giorni verrà presentato il n.1 del periodico "La Scossa" del gruppo consiliare Rifondazione Comunista/Comunisti Italiani autorizzato dal Tribunale di Terni in data 23/12/2009 al n° 17/2009 del Registro Periodici.
Il Direttore Responsabile sarà il Giornalista Tomassi Alberto.
Fondatore e Direttore Giocondo Talamonti.
Redazione Luzio Luzzi e Mauro Nannini.

La presentazione è prevista per i primi giorni dell'anno presso Palazzo Spada.

Nel primo numero saranno presenti i seguenti articoli:

- Perchè "la scossa" di Giocondo Talamonti
- Tre domande ad Oliviero Diliberto di Giocondo Talamonti
- La situazione dell'azienda ospedaliera S. Maria di Terni . (Interrogazione al Sindaco del 14 settembre 2009) del Consigliere comunale RC/CI Luzio Luzzi

La terza pagina del periodico è a disposizione di tutti quelli che intendono prendere parte alla discussione politica sui vari problemi di interesse generale.Nel primo numero è presente l'intervista al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo.

Chi vuole può fare richiesta di una copia elettronica de "La Scossa" all'indirizzo email giocondo.talamonti@email.it


22.12.2009 - ore 12:19 - Approvato all’unanimità un atto d’indirizzo sulla situazione dell’istituto tecnico e del professionale

(Direzione Generale/Uff. stampa) - Un atto d’indirizzo che chiede di rivedere le modalità del dimensionamento scolastico e in particolare l’accorpamento dell’istituto tecnico con quello professionale, è stato approvato all’unanimità ieri sera dal consiglio comunale.
L’atto che prendeva spunto da una mozione presentata dal consigliere Giocondo Talamonti era stato successivamente messo a punto dalla seconda commissione consiliare a seguito di una serie di sopralluoghi e di incontri con i dirigenti scolastici.
Prima dell’approvazione da parte del consiglio sono stati inseriti due emendamenti proposti da Cinzia Fabrizi per la Lista Baldassarre. In sostanza, attraverso l’atto d’indirizzo il consiglio comunale impegna la giunta ed il sindaco “ad attivarsi per invitare gli enti competenti, provincia e regione, a verificare nel corso dell’imminente fase partecipativa per l’avvio di un processo di razionalizzazione/ottimizzazione delle strutture scolastiche, a rivedere la decisione presa in merito all’accorpamento dell’istituto tecnico industriale con l’istituto professionale; a sostenere l’opportunità dell’autonomia dell’Istituto Professionale per la sua peculiarità e per la sua complessità, al primo posto a livello regionale”. Con i due emendamenti aggiuntivi il consiglio comunale chiede anche che la Giunta e il sindaco s’impegnino “a seguire con attenzione l’evolversi della situazione degli istituti scolastici di secondo grado nella fase di avvio della riforma della scuola e a sostenerli concretamente; a valutare nel confronto con i soggetti interessati e alla luce di quanto emergerà con l’entrata a regime dei nuovi ordinamenti scolastici, l’opportunità di promuovere una revisione degli accorpamenti degli istituti posti in essere con il piano di dimensionamento del 2009”.

Talamonti Giocondo ha così commentato le decisioni del consiglio comunale: “ Con tale atto, approvato all’unanimità, il Consiglio Comunale ha dato la giusta risposta ad un problema delicato e determinante per le future sorti di Terni e del suo circondario. Esso rappresenta un primo passo per ridare alle 2 scuole storiche ITIS e IPSIA la propria autonomia. L’atto costituisce l’avvio di un percorso teso alla crescita del territorio in cui l’istruzione sia alla base dello sviluppo, dell’università, della ricerca e dell’innovazione tecnologica.”


Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che il furto della scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi), asportata all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, ha causato la deplorazione di tutto il mondo.

Considerato che il sopravvissuto polacco del campo, Wladyslaw Szepelak nel commentare l’accaduto con ''Non e' un normale furto ma piuttosto una profanazione e provocazione'', insinua il sospetto che potrebbe essere opera di neonazisti

Preso atto che la notizia del furto della famigerata iscrizione, rimbalzata dalla Polonia nelle prime ore del mattino, è stata accolta da Israele come una beffa oltraggiosa ai sopravvissuti e soprattutto come lampo antisemita.

Tenuto conto degli spunti che si possono trarre dagli scritti di Gustav Meyrink « Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria » e di Primo Levi « Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario ».

Considerato che è prossimo il Giorno della Memoria ricorrenza istituita dal Parlamento italiano con le finalità espresse all’art 1 della legge 211/2000:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

Si impegna il Sindaco

• Ad esprimere il disappunto, alla comunità di Auschwitz, della cittadinanza ternana in merito al furto della scritta “Arbeit macht frei”.

• A favorire tutte quelle iniziative tese alla formazione ed informazione dei giovani sul significato del “Giorno della memoria

Il capogruppo RC/CI
Giocondo Talamonti
Mauro Nannini
Luzio Luzzi
,

Nell’imminenza delle festività natalizie mi è gradita l’occasione per rivolgere agli amici di rete e alle loro famiglie i più sinceri auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo.
Il 2009 segni per ciascuno di noi l’inizio di un periodo ricco di momenti sereni, di concretizzazione dei desideri e delle aspirazioni personali, nonché la realizzazione con successo dei propri progetti di vita.


Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che il gruppo RC/CI del Comune di Terni, in ordine alle problematiche riguardanti la disabilità, ritiene centrale e prioritaria dell’azione amministrativa, la questione dell’abbattimento delle barriere architettoniche nel territorio cittadino;

tenuto conto che quando si parla di strade o più in generale di viabilità, si è portati a considerarne soltanto l’aspetto della percorribilità da parte di veicoli, sottovalutando quella pedonale. Da tale punto di vista, si provvede, infatti, con tempestività alla riparazione delle buche e delle sconnessioni del piano viario, in quanto giudicate potenziali pericoli per il transito dei veicoli;

considerato al contrario, che non si usa la stessa accortezza per le sconnessioni dei marciapiedi forse perché reputate tollerabili e non ostacoli insuperabili in specifici casi: si pensi ad esempio alle persone anziane, alle carrozzine dei bambini o più semplicemente ai soggetti che presentano limitazioni, sia temporanee che permanenti, alla deambulazione;

preso atto che l’Amministrazione ha da tempo dato mandato all’Ufficio Tecnico di redigere un progetto per eliminare le barriere architettoniche in alcune vie cittadine e per consentire a tutti, attraverso veri e propri percorsi protetti, di raggiungere alcuni poli di interesse; risulterebbe infatti vano, abbattere le barriere architettoniche per l’accesso ad un edificio, se lo stesso non fosse poi agevolmente raggiungibile;

tenuto conto che la Commissione Integrazione Disabili, costituita con componenti di Associazioni e cooperative di volontariato, ha individuato due zone della città, interconnesse dai giardini pubblici ‘La Passeggiata”, nelle quali realizzare opere in grado di renderle interamente fruibili anche dai soggetti portatori di handicap;

tenuto presente che la legge 104 del febbraio 1992 dello Stato, delega gli Enti Locali a destinare il 2%, dei mutui contratti annualmente, alle opere di abbattimento delle barriere architettoniche e dei trasporti;

il gruppo consiliare di RC/CI chiede al Sindaco:


• Di attivarsi al fine di verificare l’applicazione in concreto della norma citata e di elaborare un piano mirato di interventi, a partire da quelli più urgenti, così come descritto nella relazione elaborata, nel febbraio 1995, dall’ufficio progettazione computerizzata del Comune di Terni;

• Di riattivare la “Commissione Integrazione Disabili,’ istituita dall’Amministrazione Comunale con atto deliberativo di Consiglio Comunale n.12 dei 12.7.1993, che, in passato, ha operato in maniera concreta ed efficace.

Terni, 21 dicembre 2009
Il Capogruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che è in atto la campagna di mobilitazione per fermare l'acquisto (e la produzione) da parte dell'Italia dei cacciabombardieri JSF-F35, aerei di attacco che possono trasportare anche ordigni nucleari.

Considerato che le associazioni «Rete Italiana per il Disarmo», «Sbilanciamoci!» e GRILLOnews.it stanno da tempo raccogliendo le firme e le delibere di appoggio degli Enti Locali, per chiedere al Governo di non procedere al previsto acquisto di 131 aerei da guerra che ci costeranno oltre 14 miliardi di euro.

Visto che la scelta di pace e di solidarietà; è un sentire comune e che è bene destinare le risorse così liberate alla società, all'ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale,

il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a:

Chiedere lo stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 cacciabombardieri F-35 che costeranno oltre 14 miliardi di euro.

Non far mancare l’impegno della città di Terni nei confronti della Pace.

Coinvolgere l’ANCI nazionale nel prendere analoga posizione sia per l’entità delle risorse impiegate, sia per l’ incoerenza con le missioni di pace del nostro paese.

Far rilevare l’assurdità di una scelta sbagliata e incompatibile con il momento di grave crisi economica del nostro Paese, in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali, per i disoccupati per i finanziamenti pubblici alla scuola, all'università e alle politiche sociali.

Terni, 14 dicembre 2009
Il Capo-gruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Per quante cure si prendano e misure s’adattino, il calcio italiano continua nel suo andamento schizofrenico. Il pietoso spettacolo offerto dagli spettatori prodighi di fischi all’indirizzo di Balotelli, la dice lunga sulle riserve mentali e sui pregiudizi che s’annidano nelle coscienze di tanti in tema di razzismo.

La vittima, solo un diciannovenne, reagisce con la maturità di chi stoicamente è abituato a subire la violenza e trascinarsi dietro l’arroganza storica di ottusi violentatori dell’intelligenza, affidando ai gol la speranza del suo personale riscatto.

Anche a un alieno è tacitamente riconosciuta l’appartenenza alla nazionalità italiana purché domini nella sua disciplina; gialli, negri, arabi così così, resteranno sempre gialli, negri, arabi, tutti invariabilmente così così.

Per restare alle intemperanze sportive, la cronaca settimanale ha registrato un fatto eclatante: la reazione scomposta di Buffon, lesto a menar le mani contro i colleghi interisti.

Il capitano della Juve, dimentico forse di esserlo anche della nazionale italiana, s’è lasciato andare a una reazione scomposta che, di per sé, non sarebbe gravissima, per quanto antisportiva, visto che qualche buona ragione poteva accamparla, ma deleteria sotto il punto di vista dell’esempio ai più giovani.

Questi personaggi, che meritatamente rappresentano esempi di abilità sportive, dovrebbero essere consapevoli che il rilievo sociale di cui godono li obbliga a una coerenza e a una compostezza comportamentale. I più giovani fanno presto a giustificare le proprie liti in campo, se anche Buffon tira cazzotti nel suo.
Messaggi violenti che partono da miti dello sport, finiscono per essere comunicazioni pericolose e rischiano di cancellare i continui sforzi che allenatori, insegnanti e adulti coscienti fanno per educarli.

Sempre per restare nella cronaca, in un campetto di Roma, che vedeva schierate due squadre di mini-calciatori (7 anni), gli spettatori, costituiti dai soli genitori dei bambini, si sono azzuffati indecorosamente, ricevendo una lezione di vita dai figli che hanno smesso di giocare, per tornarsene negli spogliatoi.
Una punizione esemplare che aiuterà a far crescere gli adulti.

Hanno smesso di giocare anche i difensori dell’Ascoli Calcio, nell’incontro che li vedeva opposti alla Reggina, consentendo agli attaccanti avversari di ripristinare il risultato di parità rotto da un gol segnato approfittando del fatto che un giocatore reggino era a terra infortunato.

L’ordine ai suoi di assistere imperterriti alla segnatura è arrivato dall’allenatore ascolano, Pillon, con l’idea di ristabilire un principio di equità nella convinzione di aver rispettato anche la sportività. Non è così, purtroppo. Non è un esempio di lealtà il gesto riparatore.
Ne esce male anche l’arbitro, costretto ad avallare un pentimento tardivo, arrivato dopo varie scorrettezze in campo, scontri fisici e simulazioni. Da punire c’erano solo i due autori del gol segnato in assenza di sportività, a riprova che ogni occasione è buona per ottenere un utile personale e che si può far finta di non aver visto l’avversario impossibilitato a lottare, o tapparsi le orecchie per giurare di non aver sentito neppure gli avvertimenti dei colleghi.

Si riuscirà mai a capire che un incontro di calcio, al quale assistono tanti giovani emuli, deve imporsi, prima del risultato, l’obbligo di offrire uno spettacolo di lealtà sportiva, che la ragione di un confronto risiede sempre nel rispetto delle regole del gioco, che il ricorso a scorciatoie è sempre un esempio pessimo per chi assiste e per chi pratica uno sport, che è una tacita accettazione di ogni altro mezzo illegale per raggiungere comunque un obiettivo?

L’esempio più costruttivo è venuto dai ‘pulcini’, rivolto a genitori rissosi e ottusi, così come a chiunque altro sa che esiste bontà nella natura e nell’istinto degli uomini, almeno da piccoli. L’unico rammarico è che crescono in fretta.

Giocondo Talamonti


Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che a quaranta anni dalla strage di Piazza Fontana, il primo pensiero va alle vittime innocenti, alle quali, non essendo loro ancora resa giustizia, va dedicato il dovere morale di fare luce sull’ episodio che li ha sacrificati

Tenuto conto che con quella bomba iniziò la stagione della strategia della tensione: il sangue di cittadini venne freddamente sparso nel tentativo di arginare il processo di crescita democratica dell'Italia.

Preso atto che nessun popolo può costruire un futuro positivo se, al di là delle legittime differenze politiche, non ha, a suo riferimento, valori condivisi e una comune memoria della propria storia.

si impegna il Sindaco

a far sentire la voce dei ternani perché sia fatta piena luce sulla strage e a chiedere di togliere il segreto di Stato sulla vicenda perché si possa restituire dignità alla società civile calpestata, e manifestare vicinanza a chi ha perso con la vita dei propri cari, gli affetti e le speranze di giustizia.

Il Capogruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Al Sindaco del Comune di Terni

Stimato che la risposta all’interrogazione sull’apprendistato fornita nel corso del Question-time del 30.11.2009 da parte dell’Assessore, Piermatti Sandro, non ha trovato soddisfatto l’interrogante perché elude nella sostanza quanto richiesto.
Infatti l’emissione di un bando aperto non può risultare di fatto blindato per accordi intercorsi tra la parte datoriale e la parte sindacale, seppure trattasi dei soggetti interessati.

Valutato che la Regione, quale Ente super-partes, dopo aver riconosciuto alla scuola l’accreditamento non può prestarsi ad introdurre elementi discriminatori in materia di formazione.

Ritenuto che qualsivoglia corso di apprendistato, rischia di seguire l’impostazione del soggetto gestore, per cui può prevalentemente essere forzato solo su quel “saper fare” di interesse della parte datoriale.

Riconosciuto che le scuole tecniche e professionali rivendicano invece la prerogativa di educare miscelando il “saper fare” con il “sapere” e il “saper essere”.

Reputato che è anche interesse del Comune non chiudere la porta alle scuole che istituzionalmente si preoccupano di trasmettere insieme alle competenze di base e tecnico-professionali quelle competenze formative trasversali che tutelano la funzione del futuro lavoratore.

Preso atto che il bando emanato dalla Regione ignora le potenzialità formative dei soggetti che hanno maturato esperienze nel campo della formazione e dell’apprendistato- Considerata l’adeguatezza della scuola nell’offrire alle nuove generazioni, la preparazione indispensabile per il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Preso atto, specie in un contesto di crisi, della necessità di ripensare l’attuale sistema della formazione nel segno di una maggiore integrazione fra istruzione e mondo del lavoro finalizzata al potenziamento del capitale umano per una più facile occupabilità
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si impegnano il Sindaco e l’Assessore allo Sviluppo Economico:

• a farsi promotori di sollecitazione presso la Regione, perché i percorsi formativi destinati al primo inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e banditi, in attuazione delle competenze ad essa devolute in materia di formazione dell’art.117 della Costituzione, dall’art. 49 del d.lgs. 10 settembre 2003, n.276, risultino concretamente aperti ad essere gestiti da tutte le agenzie formative accreditate, a garanzia della trasparenza applicativa;

• ad intraprendere iniziative per rimuovere i vincoli presenti nel bando regionale sull’apprendistato

• a rendere il bando compatibile con lo spirito del libero confronto fra i soggetti accreditati a fornire formazione;

• a rimuovere le condizioni ostative come ad esempio il distinguo fra “apprendistato” e “formazione”


La scuola, in particolare, come agenzia formativa per eccellenza non può essere esclusa dal bando sostenendo il principio, peraltro non esplicitato con chiarezza da nessuna parte, che l’apprendistato, essendo regolato da contrattazione di lavoro, è riservato solo alle agenzie formative di emanazione datoriale o sociale.

Se questo fosse vero come si spiega che l’IPSIA di Terni ha effettuato, lo scorso anno, diversi corsi per l’apprendistato?

L’esclusione stride infatti con la voce ormai comune che vuole una scuola sempre più in sinergia con il mondo del lavoro, che deve riscoprire la sua vocazione educativa come formatrice di futuri cittadini, di persone cioè in grado di condividere le regole del vivere civile e di lavoratori responsabili, in grado di modellarsi alle dinamiche del mondo del lavoro. In poche parole, una scuola in grado di cogliere i grandi cambiamenti in atto nella società nel far crescere una società e una classe dirigente adeguate.

L’apprendistato è un tassello importante di questa crescita.

Terni,14.12.2009
Presidente del Gruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Al Sindaco del Comune di Terni

Considerato che, ancora un volta, un incidente sul luogo di lavoro, verificatosi nel nostro territorio, ha falciato l’ennesima vita con spiacevoli effetti di ritorno anche sulle vicende familiari della vittima;

Formulata ogni espressione di solidarietà alla famiglia ma anche a tutte le altre che sono state colpite da eventi luttuosi per incidenti nel mondo del lavoro;

Ritenuto necessario invitare tutti (Istituzioni, sindacati, etc.) ad occuparsi con urgenza del tema “sicurezza nei luoghi di lavoro”, poiché risulta evidente che si è ancora lontani dal garantire condizioni accettabili per la salvaguardia della salute dei lavoratori.

Consapevoli che pur non partendo dall’anno zero, occorre incalzare i deputati alla sicurezza perché gli operai non continuino a morire, perché sia mantenuto alto il livello di attenzione e perché sia sempre in agenda la cultura della prevenzione. (964 morti, 964254 infortuni e 24106 invalidi dall’inizio dell’anno al 30 novembre 2009)

Preso atto che non basta rafforzare la sicurezza dei lavoratori sull’aspetto normativo, ma occorre sistematicamente informare e formare i lavoratori con continuità essendo questo parametro , fra l’altro, strettamente legato al cambiamento tecnologico.

Accertato che una strutturata formazione sulla prevenzione nasce dalla scuola, si matura nell’espletamento del lavoro, si arricchisce con l’esperienza e con la congruenza degli aggiornamenti.

Tenuto conto che in una realtà produttiva a fortissima caratterizzazione industriale, come la nostra, uno dei più antichi e consolidati luoghi di insediamento della nostra Regione, il sistema economico si è arricchito dello strumento del Contratto d’Area, di protocolli d’intesa per la pianificazione di interventi in materia di sicurezza sul lavoro sia a livello ministeriale che a livello locale (protocollo TKL-AST e sue controllate con Ministero del lavoro, Ministero della salute, ISPESL, INAM; organizzazioni sindacali del 1 febbraio 2008, protocollo TKL_AST con la Scuola del …….);

Stimato che il ricorso agli strumenti di contrasto degli incidenti sembra produrre una diminuzione rispetto agli anni passati anche se, nella tendenza, vanno valutati i ruoli giocati dalla crisi, dalla cassa integrazione, dalla disoccupazione, dalla perdita di produttività che ha diminuito il monte ore lavorative.

Considerato che occorre adottare le strategie più idonee perché un ambiente di lavoro poco favorevole non sia di rischio per la salute di chi vi opera.

Fatto appello alla volontà di ciascuno (Arpa, Agenzie di Prevenzione, Ispettorati etc.) di non piegarsi all’eccesso di sfruttamento, all’eccesso di precarietà, agli stress, elementi principali di insicurezza.Deprecato il contegno di chi insegue la produttività e il profitto a discapito della salute e della vita dei lavoratori.


si impegna il Sindaco di Terni

• a sostenere tutte le idee tese a creare la cultura della sicurezza,

• a coinvolgere le scuole in tale tematica con proposte di azioni positive in ordine alla prevenzione(formazione e informazione)

• a valorizzare il ruolo dell’educazione permanente degli adulti,

• ad intensificare i controlli come metodo,

• a dar corso ad iniziative per fare in modo che la cultura della salute nei luoghi di lavoro sia vista come un investimento e non un costo.

• a verificare l’applicazione dei protocolli siglati con le aziende del territorio a partire dal Patto del 2004 e seguenti.

Giocondo Talamonti


TERNI - L’Istituto Ipsia “S. Pertini” ha partecipato al concorso “Scuola & Società” organizzato dal Comitato Interregionale del Centro dei Giovani Imprenditori di Confindustria e si è classificato al 2^ posto. La cerimonia di consegna dei premi è avvenuta oggi (12 dicembre 2009) a Viterbo presso la sede provinciale di Confindustria alla presenza di importanti personalità del mondo della scuola e dell’imprenditoria.

La manifestazione, giunta alla quinta edizione, ha lo scopo di premiare quegli istituti scolastici primari, secondari e superiori, che si sono distinti per le iniziative realizzate collaborando con imprese, realizzando progetti di business, manifestando interesse attivo per la società nella quale vivono.

Il premio, infatti, consta di due categorie: Scuola&Impresa e Scuola&Società.

La prima è riservata a quelle scuole che nel corso dell’attività scolastica o parallelamente a questa, abbiano realizzato collaborazioni o ancor meglio vere e proprie proposte o attività d’impresa.

La seconda è riservata a quelle scuole che, invece, abbiano saputo portare un contributo critico e costruttivo alla società nella quale sono insediate, permettendo la creazione di una maggiore coscienza e consapevolezza sia degli studenti, referenti e non del progetto, sia degli attori protagonisti sul palcoscenico della società civile. All’edizione 2009 hanno partecipato circa 100 scuole.

L’Ipsia è stata premiata con la seguente motivazione: “Perché da sempre capace di valorizzare e mettere in luce il ruolo delle attività didattiche dell’Istituto in relazione al territorio e al suo sviluppo, mettendo in campo sinergie con i principali attori della vita economica, politica e sociale”.

Il primo posto per la categoria “Scuola e Società” è andato a un Liceo di Ancona.

Soddisfazione e piacere del Dirigente Scolastico Ing. Giocondo Talamonti per il riconoscimento dato alla Scuola, nell’ambito del Progetto “Scuola e Società”.

Passa Parola


Ai docenti dell’ITIS
(in quiescenza)

E’ nell’intenzione del sottoscritto promuovere un incontro (il 13 febbraio 2010, alle ore 17.00, presso l’Istituto “Allievi” di via C. Battisti, 131) per riunire tutti i docenti, attualmente in quiescenza, che nel passato hanno contribuito a dare lustro all’Istituto, vanto indiscusso dell’apprezzata preparazione delle maestranze che si sono integrate con il sistema economico-produttivo della città.

Ritrovarsi, per ravvivare la memoria storica dell’Istituto Allievi e per creare un momento di valorizzazione e di miglioramento del sistema scolastico.

I periti industriali che, in passato, sono stati formati hanno costruito il successo del territorio e, da quelle radici, deve rilanciarsi con forza l’attenzione verso l’istruzione tecnica e Professionale.

Non si tratterà solo di ricordare, ma di trovare stimoli per una crescita della scuola Industriale la cui storia, il ruolo sociale svolto e il legame con il mondo del lavoro ne fanno ancora oggi un punto di riferimento.

Il programma dopo l’incontro presso l’ITIS (Programma dipendente dalle adesioni che perverranno), prevede una cena insieme (ognuno si paga la sua) presso un ristorante tipico locale. Aderisci e passa parola e se ti fa piacere vienimi a trovare.

Giocondo Talamonti

Sfilata di Moda Ipsia-Terni

Sfilata di moda degli abiti realizzati dalle alunne delle classi 4° e 5° del corso moda dell'IPSIA "Sandro Pertini" di Terni coordinate dalle docenti Elisabetta Carnevali e Giuseppina Giardini


I numeri sono allarmanti. La violenza contro le donne è un reato ignobile, soprattutto perché consumato al riparo delle pareti domestiche. Poco è cambiato nel tempo.

Ieri, come oggi, continuano i soprusi nascosti alla vista degli “altri” non tanto dai muri, ma dall’inesauribile capacità femminile di perdonare i violentatori nella remota speranza di difendere l’unità della relazione, l’interesse dei figli, nella fiducia, sistematicamente tradita, del ravvedimento del marito-padrone.

Una donna su tre è oggetto di violenza fisica o psicologica; un accanimento che ha origini antiche e che la moderna cultura non è riuscita a estirpare.
Le ragioni risiedono in una differenziazione del ruolo sociale assegnato dalla genetica e dalla società ai due sessi, impostato su una presunta supremazia del maschio, autorizzato, così, a esercitare anche fisicamente le ‘leggi’ del dominio. Nonostante le vicende dell’umanità siano tutte orientate a indicare come gli avanzamenti si realizzino con l’apporto di ambedue i sessi, la diversità fisica segna una separazione di valenza animalesca, fino a manifestazioni aggressive per le quali ogni maschio deve, oggi, provare sincera vergogna.

Dualismi e diversificazioni sono alla base di ogni discriminazione. Che si applichi al sesso, alla razza, al colore, al censo, alle religioni o alle idee, l’irrinunciabile impulso a distinguere è all’origine di conflitti violenti.
Se nell’attuale società, che ci ostiniamo a chiamare moderna, persistono ancora spinte del genere, significa che poco si è fatto a livello culturale e di educazione nella costruzione di una organizzazione sociale più equa.

L’uomo è forse il più spietato essere dell’universo nel difendere il territorio e l’idea di supremazia nei confronti di chiunque.

In ogni civiltà, gli esseri umani si sono divisi in nazioni, in popoli, in razze, in tribù, cercando, dove possibile, di far proprio ogni ulteriore elemento distintivo e settario per dichiarare diversi gli altri e porsi fra i diversi.

Questa istintiva tendenza, utile a farlo sopravvivere ai pericoli veri o presunti che la storia gli ha fatto incontrare nel lungo percorso della sua evoluzione, si manifesta quasi intatta nell’organizzazione sociale odierna.
In tale disegno egemonico la violenza sulle donne è l’atto più meschino, il più avvilente, il più aberrante perché consumato nei confronti di chi è più debole, più remissivo e meno strutturato a difendersi.

L’odierna informazione di massa non aiuta le giovani generazioni a imboccare la strada del cambiamento: la mercificazione del corpo, come appare nei media, la funzione puramente estetica in cui la donna è stata relegata, rendono difficile la sensibilizzazione dei ragazzi verso la pratica del rispetto e l’esercizio di valori che dovrebbero essere universalmente condivisi.

Il primo passo per il riconoscimento del ruolo femminile in una comunità evoluta ha una chiave interpretativa unica: il rispetto; atteggiamento che presuppone una pratica costante, un’attenzione continua, capace di elevare un valore sociale, a principio e fine educativo. Si tratta di un procedimento lungo, complesso e non demandabile a un solo formatore sociale, ma a ogni componente responsabile della crescita di una comunità.

Le priorità di intervento devono essere chiare e accettate come impegno della collettività: in famiglia prima che a scuola, a scuola prima che nella società, la quale dovrà disporre di leggi severe per i trasgressori e fissare i limiti entro cui le funzioni relazionali fra uomo e donna devono realizzarsi per trovare compimento nella crescita armonica del contesto sociale in cui si vive.
Ciascuno è chiamato a svolgere la sua parte, promuovendo gli atteggiamenti opportuni per uno sviluppo armonico in ogni fase dell’organizzazione sociale e condannando le manifestazioni incoerenti con i principi formativi dati.

E’ avvilente riconoscere che i segnali in tal senso sono deboli; ma se la speranza di invertire la rotta si scontra ancora con retaggi ancestrali e con colpevoli disimpegni, singoli e collettivi, l’obiettivo di perseguire progetti di avanzamento sociale non deve sfuggire a nessun adulto, perché investe la sua dignità di essere umano caricato del compito di trasmettere nel tempo i più scontati principi di civile convivenza.

Giocondo Talamonti

Ancora una volta è un operaio a pagare il prezzo più alto nel sistema lavoro. Ancora una volta si spezza una giovane vita. Per quanto tempo ancora dovremo piangere questi morti? Ci si chiede se questo sia il frutto di un sistema produttivo che, subordinato alla logica di una produttività esasperata e al profitto, ormai non tiene più nel debito conto la salvaguardia dei lavoratori.
Non è il caso di fare polemiche in questo momento di lutto, ma di stringersi vicino alla famiglia in segno di solidarietà e impegnarci tutti perché ciascuno, in base al proprio ruolo, faccia la sua parte per rafforzare la sicurezza dei lavoratori non solo sotto l’aspetto normativo ma anche in simbiosi con l’informazione e la formazione. Quest’ultima deve assumere il carattere della continuità essendo, fra l’altro, legata strettamente al cambiamento tecnologico.
La prevenzione è fondamentale per la salute dei lavoratori. La formazione nasce dalla scuola, si matura nell’espletamento del lavoro, si arricchisce con l’esperienza. Il gruppo Rifondazione Comunista- Comunisti Italiani in Consiglio Comunale esprime le più vive condoglianze alla famiglia del giovane Diego Bianchina investito dalle esalazioni dell'acido.


Il Capogruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Intervento nel convegno “Sicurezza sul Lavoro un Problema Sociale

Venerdì 27 novembre 2009 Sala Consiliare Provincia di Terni - Organizzato dalla Croce Rossa Italiana Comitato Provinciale di Terni.


“L’educazione alla salute e sicurezza nella scuola: i lavoratori di domani” è l’argomento di intervento assegnatomi dalla Prof.ssa Robatto Alessandra, Commissario del Comitato Provinciale C.R.I. di Terni:

In sintesi , l’intervento si è incentrato sui seguenti punti:

L’assurdità normativa in un delicato settore che registra numerosi incidenti sul lavoro: aprire un’impresa edile è semplicissimo basta andare alla Camera di Commercio e iscriversi, è molto più difficile, sotto l’aspetto delle autorizzazioni, aprire un laboratorio fotografico o per parrucchiera.
Per l’impresa edile non c’è nessuna preclusione e se c’è, è limitata perché a chi intraprende non si richiede la conoscenza della normativa, basta, per l’adempimento burocratico, affiancarsi ad un tecnico in grado di predisporre il Piano di valutazione dei rischi e i piani di sicurezza.
In edilizia, nella maggior parte dei casi, si ricorre all’impiego di personale immigrato non informato né formato sui lavori di cantiere. In questi casi i controlli sono fondamentali per la sicurezza della salute e dell’ incolumità dei lavoratori

Il fenomeno prevenzione sul lavoro investe il concetto di cultura individuale e collettiva di sicurezza. La formazione in tale campo nasce dalla scuola, si matura nell’espletamento del lavoro, si arricchisce con l’esperienza, ma soprattutto trae ragione dalla misura personale che ognuno di noi mantiene nei confronti del pericolo e dell’esposizione al rischio.
Il fenomeno investe tutte le Istituzioni nessuna esclusa, le quali devono sentirsi impegnate a cercare una soluzione comune, senza escludere interventi mirati, suggeriti dall’esperienza maturata in uno specifico campo.

I costi della sicurezza. Le misure da adottare per la sicurezza nel lavoro, se per certi versi potrebbero sembrare onerose, per altri tutelando lo stato di benessere dei lavoratori, vanno, in termini di costi, ad avere una minore incidenza sulla spesa generale destinata a salvaguardare la salute pubblica.

La formazione dei datori di lavoro. E’ fondamentale per dare le giuste direttive e per trasmettere la sicurezza ai lavoratori, così come la formazione dei docenti è fondamentale per trasmettere la cultura della sicurezza ai giovani studenti.

Come uomo di scuola, sensibile al problema, permettetemi di ricordare le tappe più significative che hanno segnato il percorso di introduzione della cultura della sicurezza nel sistema scolastico :

1. Istruzione di un gruppo di lavoro presso il Provveditorato 1992 che portò a due proposte
a) istituzione di una banca dati presso l’Inail;
b) diploma di laurea sulla sicurezza. Il Comune deliberò, ma poi non se ne fece più nulla.

2. organizzazione di un corso IFTS (Istruzione, Formazione, Tecnica Superiore) finalizzato alla preparazione di tecnici sulla Sicurezza (destinatari: diplomati e periti dell’IPSIA e dell’ITIS).

3. organizzazione di corsi sulla Sicurezza su committenza della Direzione Scolastica Regionale per la formazione delle figure sensibili (RSL, RSPP, APS, APPI) di tutte le scuole dell’Umbria;

4. Protocollo d’Intesa con la SdF TK-AST per organizzare stage in Azienda;

5. Organizzazione di iniziative per trasmettere la cultura della sicurezza (convegni, dibattiti etc.);

6. Inserimento della Sicurezza nel POF;


Il mio personale impegno nel settore, nasce dalla profonda convinzione che l’informazione e la formazione continua, a partire dai banchi di scuola, può contribuire a far diminuire gli infortuni e le morti sul lavoro ed è maturato da fortuite circostanze che mi hanno messo in contatto con persone intensamente preoccupate di arginare un fenomeno in grande espansione, peraltro leggibile dai bollettini annuali degli incidenti sul lavoro, i cui numeri mi hanno segnato in maniera indelebile .

L’ultimo: dati aggiornati al 25.11.2009 (fonte Associazione articolo 21) ci dicono che:i morti sono 946, gli invalidi 23.651 e gli infortuni 946.074. Un vero bollettino da guerra, anche se sembra che le cifre siano inferiori all’anno precedente. Sarà pur vero, ma occorre considerare che le ore lavorative sono state inferiori a causa di una minore occupazione e produzione industriale e al massiccio ricorso alla cassa integrazione.

Bisogna continuare ad informare, ad educare le giovani generazioni, a prevenire e se occorre reprimere perché la sicurezza non debba essere una spesa accessoria e impegnarsi perché la salute valga più del manufatto che si produce.
Per quanto riguarda gli infortuni del settore scuola (dati INAIL) ogni anno sono 90mila gli studenti infortunati.

Gli incidenti che hanno riguardato bambini e ragazzi sono cresciuti dell'1,6%, mentre quelli del personale docente dell'1,8% (per 13.900 casi).Sono poco meno di 9 milioni gli studenti italiani e fra le 90mila denunce di infortunio che pervengono ogni anno all'INAIL, 250 sono quelle indennizzate per inabilità permanente - (la copertura assicurativa è relativa alle attività svolte in palestre e laboratori).

Nel 2008 si è registrato un aumento dell'1,6% dei casi rispetto all'anno precedente, con punte più elevate, dell'ordine del 13%, per gli studenti stranieri ( nell'ultimo anno si è superata quota 6mila denunce), risulta, poi, che circa 6 infortuni su 10 riguardano maschi; più di 1 caso su 2 avviene nel Nord, il resto si divide tra Centro (18%) e Mezzogiorno (29%) senza differenze significative tra i sessi. In genere, l'infortunio si verifica: cadendo (23%), urtando contro ostacoli (19%), venendo colpiti (17%)". Per quanto riguarda gli esiti di questi traumi, nella metà dei casi si tratta di lussazioni (27,4%) e contusioni (24,5%) che interessano prevalentemente la mano (22,6%), la caviglia (12,2%) e il polso (7,3%).

Ma anche per quanto riguarda gli insegnanti il fenomeno infortunistico assume una rilevanza non trascurabile. Su un corpo docente composto da circa 978milaunità complessive, infatti, gli incidenti denunciati all'INAIL nel 2008 sono stati circa 13.900, con una variazione dell'1,8% rispetto alle 12mila scarse dell'anno precedente.

Essi riguardano gli infortuni in itinere (legati agli spostamenti dell'insegnante da casa propria alla scuola, e viceversa) e nel corso di svolgimento dell'attività didattica (esperienze tecnico-scientifiche, esercitazioni pratiche ed attività di educazione fisica).
La quota degli infortuni in itinere, che in generale è circa pari all'11% del totale, tra gli insegnanti raggiunge una quota praticamente doppia (20%). Un dato che evidenzia quanto sia rilevante il fenomeno della mobilità per il corpo docente.

Concludo ringraziando la Croce Rossa per il lavoro che ha fatto, che fa e che continuerà a fare. La cultura della sicurezza passa attraverso iniziative di studio ed approfondimento come questa.
Grazie Prof.ssa Robatto per l’invito e per l’opportunità che mi è stata offerta.

Giocondo Talamonti

La seconda commissione consiliare, convocata dal presidente Sandro Piccinini, effettuerà venerdì prossimo 4 dicembre alle 9.15 un sopralluogo presso gli Istituti oggetto di dimensionamento (Ipsia e Itis). La mozione sul “dimensionamento scolastico”, affrontata nelle scorse settimane dal consiglio comunale, è stata presentata dal gruppo Rifondazione Comunista -Comunisti Italiani per verificare gli effetti provocati a Terni dal cambiamento. La commissione, dopo opportuni approfondimenti, presenterà in aula un atto di indirizzo che gli addetti ai lavori si augurano avvenga prima delle Feste Natalizie.


L’assestamento, al di là di apparire come una mera manovra tecnica, è in verità un’operazione complessa con forti elementi di criticità. Queste le tappe:

Sul Bilancio di Previsione per l’esercizio 2009 approvato dal Consiglio Comunale, la Giunta Comunale ha predisposto le variazioni di assestamento generale ai sensi dell’art. 175, comma 8 del D.lgs.267/2000; sull’assestamento vi sono i pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile e il parere dell’organo di revisione economico-finanziaria, espresso ai sensi dell’art.239 del D. Lgs.267/2000. Per mantenere i servizi si è dovuto correre all’alienazione di alcuni beni non più funzionali.
L’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, unitariamente, ha avanzato richieste al Governo per ottenere certezze sulle risorse ed un allontanamento dei vincoli dal Patto di stabilità. A fronte delle minori entrate provenienti dal Governo centrale il Comune ha risposto con serietà cercando di non penalizzare i più deboli e riportando dati concreti con chiarezza e trasparenza.

Occorre guardare avanti avendo la consapevolezza che, stante la situazione attuale, occorre fare scelte conseguenti, sapendo che non sarà possibile fare investimenti come nel passato e che occorre ridurre la spesa pur mantenendo i servizi essenziali. Occorre avere in questo momento capacità di proposta e di rigore perché il contenimento sia sostenibile. Occorre, innovando la macchina organizzativa, puntare su parole chiare come trasparenza, rigore, merito, sviluppo.

Guardare avanti significa investire sull’istruzione, sull’Università e sulla cultura, punti qualificanti dell’azione di Governo. L’educazione permanente dovrà giocare un ruolo fondamentale sotto il profilo formativo perché possa essere concretamente spendibile sul mercato del lavoro e specificatamente per trovare lavoro a chi non ce l’ha e per mantenerlo a chi ce l’ha.
Non dovrà mai mancare l’attenzione nei confronti dei più deboli, nei confronti di coloro che non arrivano alla fine del mese, ma anche quella particolare attenzione verso le famiglie, il lavoro e le imprese. Altro punto fermo deve assumerlo il controllo su tutte le attività di gestione per una giusta applicazione e per dare ai più deboli certezze di imparzialità in ogni campo.

Il capogruppo d RC/CI
Giocondo Talamonti